Trôpa grèzia Sant'Antôni

 

 

farsa in tre atti di Alfredo Pitteri

Primen Francesco Pirazzoli
Furia, su moi Eleonora Bertazzoli
Candida, surêla d'Furia Liliana Folli
Barnascou Luigi Geminiani
Romana, nvoda d'Furia Angela Berti
Gnacarou Tommaso Montevecchi
Il Maresciallo di P.S. Renato Masotti
   

Regia di Luigi Geminiani

Rammentatore: Primo Buldrini
Direttore di scena: Bruno Negroni
Macchinista: Gino Geminiani
In quella mattina (il funerale si era svolto assai per tempo) la famiglia del morto non aveva un attimo di requie, le visite degli amici e dei conoscenti si susseguivano ininterrotte, e, come sempre avviene in casi simili, per ogni persona che entrava si ripeteva la stessa scena: baci, abbracci, scoppi di pianto, grida di strazio, gemiti, coro di lamentazioni...Al pianto degli adulti faceva eco quello dei bambini trascurati e spaventati. Intanto una buona vicina rifletteva che il dolore, sì, era giusto, era umano, ma che quei poveretti dovevano pur avere un estremo bisogno di ristorarsi dopo tante ore di veglia, di angoscia, di pianti. E non trovando nella madia, oltre ad alcuni fiori di pane, nient'altro che un sacchetto di fagioli, ne mise una gran pentola sul fuoco. Bolli e bolli, a mezzogiorno i fagioli erano al giusto punto di cottura. Allora la donna vi aggiunse una buona presa di pepe, un filo d'olio e rimestò; e quando l'ultimo visitatore se ne fu andato, stesa una tovaglia sulla tavola, vi depose piatti e cucchiai, affettò un filone di quel pane e ne mise alcune fette in ogni piatto, versandovi sopra un'abbondante mestolata di brodo e fagioli. Poi con delicate parole persuasive e con dolce violenza convinse quegli afflitti a sedere a tavola. Erano ai primi bocconi quand'ecco un altro visitatore. Interruzione del pasto, e altri abbracci, scrosci di pianto, grida, lamentazioni... Uno dei bambini che, all'entrar dell'estraneo stava portando alla bocca il suo cucchiaio ben colmo di quegli appetitosi fagioli, era rimasto immobile nell'atto, paralizzato da un dubbio amletico. Si volse alla madre e le chiese: "Mama, oja da pianzar o da magnér i fasul?".